PORCOPOLI

Mi scuserà il malcapitato lettore se qualche volta mi lascio trascinare nelle nebbie localistiche dell' identità nazionale.




"In quanto isola, situata al mediterraneo e quindi lontana dal continente; in quanto regione scarsamente popolata e priva di rilevanti insediamenti produttivi; in quanto gruppo etnico culturalmente autonomo e quindi “resistente”alla colonizzazione e alla integrazione; la Sardegna si presta, oggi come ieri, a essere utilizzata dalla classe al potere come aerea di servizi di bassa forza. In tale utilizzazione, la Sardegna, nei confronti delle altre regioni, detiene certamente un non invidiabile primato.

La nostra isola è stata ed è, in pratica un serbatoio da cui i dominatori attingono manodopera a basso costo, ascari per le guerre, ascari per la polizia, serve per le famiglie borghesi; da cui si rapina tutto ciò che può essere rapinato del patrimonio naturale.

Un serbatoio in cui vengono “versati” funzionari corrotti e beceri, oppositori politici e delinquenti comuni, comunità di colonizzatori, truppe speciali per la sperimentazione sul vivo dell’antiguerriglia, basi militari con armi nucleari, industrie sporche..... porcopoli."


Da : Quali banditi? Controstoria sulla società Sarda, vol I – Ugo dessy

4 commenti:

Santaruina ha detto...

In un romanzo di Evangelisti, la Sardegna tra 400 anni diviene un immenso carcere a cielo aperto, in cui finiscono i dissidenti di tutto il mondo...

Ma romanzi a parte, è proprio una terra colma di incognite, difficilmente interpretabile per noi "del continente".

A presto

tortuga ha detto...

Evangelisti è sempre un passo avanti, 400 anni? ci stiamo lavorando.. :-)

Probabilmente la difficile interpretazione deriva sopratutto da una scarsa e distorta informazione.. (il solito insomma).

Lo stato Italia da queste parti ha dato e continua a dare il meglio di se stesso!

Adiosu

L'agliuto ha detto...

Sì, quel che qui riferisci è tristemente vero.
Però ha il suo bravo rovescio della medaglia nel presentare ungruppo etnico culturalmente autonomo e quindi “resistente”alla colonizzazione e alla integrazione.
La resistenza al Leviatano - voglio dire - è proporzionale alla vicinanza al terzo mondo. Vicinanza che può essere concreta (sudamericana, medio-orientale, caucasica, ecc.) o astratta, come quella di qualsiasi anti-imperialista, ma che rappresenta l'unica opposizione effettiva.
Credo addirittura che, se una resistenza alla globalizzazione non pone a proprio ideale il terzomondo, è una pseudo-resistenza che fa il gioco del Leviatano.
Ciao. Asno


P.S. Bella impudenza, quella di Carlo, nel darsi del "continentale". Mi sa che qualche antenato fenicio l'abbiate in comune.

tortuga ha detto...

Ciao Agliuto/asno

Credo che un argine reale allo sfracelo, oggi sia rappresentato dalle cosidette "culture popolari".. in quelle parti del mondo "arretrate" , dove si è tentato di cancellare( quasi ci sono riusciti) un'altra visione e un altro modo di intendere il mondo che non sia quello che ci propinano ogni giorno..

Un ottimo esempio(che mi riguarda da vicino) di cancellazione di un certo tipo di cultura è stato
il tentativo (quasi riuscito per giunta) di eliminare la lingua sarda, e con essa un'identità. A proposito è interessante notare che, in generale, più si ha un livello di studio elevato, meno si parla il sardo... e qui volendo si potrebbe tornare al discorso delle parole e del potere delle lingue (o del linguaggio).

Oggi si riscontra una certa resistenza su questo punto, anche se non si sa bene quanto concreta..

Il Sudamerica e il Medio-Oriente me li sento fratelli.

P.S. Chissà che con Carlo non ci sia una qualche parantela alla lontanissima... quien sabe.

Adiosu