Quanto è profondo il pozzo?


Vengo a conoscenza grazie a questo sito di un breve colloquio dove, ascoltandolo, si ha la strana impressione di star precipitando sempre più in fondo, là dove tutto è più buio.


Per questo mi chiedo ma questo pozzo l'avrà pur una fine, o no?


Mi verrebbe da ridere se non fosse che ho dimenticato dove ho messo la fune.


L'otto marzo



Si lo so, l’otto di marzo era ieri, ma che ci posso fare... la Tortuga è un animale lento ed arriva sempre in ritardo. Questo però non vuol dire che non si possa “commemorare” la giornata dedicata alla donna. La grande festa delle donne.

E che c’è di meglio di proporre un’ intervista (di due anni addietro) ad Alessandra nucci, una femminista ribelle doc?





Dunque è ancora femminista?

Lo sono se femminismo vuol dire difesa della donna, se guarda alla verità e non all'ideologia. Ma il femminismo è pesantemente ideologico: si presenta come un orizzonte indiscutibile, ci rifila un sacco di imposizioni surrettizie, e soprattuto ha fatto sparire ogni alternativa. Le ragazze oggi non riescono neppure a immaginare che possa esistere un modello di donna diverso da quello imposto dalla mentalità dominante.

Non è un po' esagerato?

No. E non si tratta neppure della spontanea diffusione di una mentalità, ma di un progetto preciso, che ha al proprio servizio le agenzie internazionali addirittura. Lei ha mai sentito parlare del Comitato di monitoraggio per l'applicazione del trattato Cedav?

No. Onestamente, neppure del trattato.

Appunto. È un trattato delle Nazioni Unite sulle pari opportunità. E il Comitato di monitoraggio svolge un'opera attivissima e pressoché ignota. Ma efficacissima: chi si oppone a un'agenzia Onu che accusi uno Stato di discriminare le donne? E così si sviluppa uno Stato-balia planetario, che dolcemente ci abbraccia per dirci come dobbiamo pensare.

E come dobbiamo pensare?

Secondo una linea che lega il femminismo non alla difesa delle donne, ma al controllo delle nascite. Tutta la cosiddetta liberazione della donna si traduce alla fine in questo: nella "liberazione" dalla maternità, ossia nel suo rifiuto, prima culturale (l'idea tenacemente promossa che la maternità sia una sorta di handicap) e poi pratico.

Per quale motivo?

Qui andiamo lontano. Le origini del rifiuto della maternità sono da ricercare in un certo ambientalismo che considera l'uomo non lo scopo della creazione, ma il suo nemico. Che rifiuta l'idea dell'uomo come immagine e somiglianza di Dio, dotato di ragione e libertà, per farne un semplice prodotto dell'evoluzione: è quest'ultima il vero signore della terra, al quale gli uomini si devono sottomettere.


Articolo completo

Per chi fosse interessato.


Naturalmente la Tortuga precisa che è assolutamente dalla parte delle donne.

Per fortuna nessuno mi ha chiesto di dargli gli auguri.


Precetti

Questi nove precetti scritti dal famoso Miyamoto Musashi sono indirizzati a chi intraprende la via dell’hejò per diventare un buon samurai. Nondimen o credo possano essere utili anche a chi guerriero non sia.




Primo : Non coltivare cattivi pensieri.

Secondo : Esercitati con dedizione.

Terzo: Studia tutte le arti.

Quarto : Conosci anche gli altri maestri.

Quinto : Distingui l’utile dall’inutile.

Sesto : Riconosci il vero dal falso.

Settimo : Percepisci anche quello che non vedi con gli occhi.

Ottavo : Non essere trascurato neppure nelle minuzie.

Nono : Non abbandonarti in attività futili.


Miyamoto Musashi (1584-1645)


Ovvero?


La rete è piena di fatti curiosi e strani, uno di questi ha incontrato la curiosità della tortuga. Grazie a questo blog si apprende che le previsioni meteo di repubblica sono un pò ambigue, questa la previsione per il 16 febbraio :


"La discesa di aria fredda che negli ultimi giorni ha interessato la nostra Penisola, sta lentamente transitando verso est. Masse d'aria artica, entro la profonda saccatura ,sono state pilotate sul bacino del Mediterraneo, causando una diffusa instabilità in particolare al Sud e sulle regioni adriatiche con nevicate sino a quote di pianura o bassa collina...."


Pilotate? Cioè? Bho.


Naturalmente l’errore è stato prontamente segnalato e corretto:


"...Temperature che subiranno un sensibile calo, a causa dell'intrusione fredda da est, con gelate diffuse in nottata e nelle prime ore del mattino sia in montagna che in pianura. Da giovedì un miglioramento è atteso anche sulle adriatiche ed al Sud, anche se tuttavia una blanda variabilità persisterà,
alimentata dalle correnti nord orientali pilotate dalla depressione in allontanamento verso i Balcani."



Cavolo però, un pò più di attenzione sulle parole da usare... non si può mica spaventare la gente in questo modo.



Intermezzo tragicomico, detto anche intermezzo elettorale



Signori e signori (addirittura al plurale!) ci siamo. Finalmente il gran giorno è arrivato, sembrava non dovesse arrivare mai, ma invece eccoci qua. Di che parlo? Ma ovviamente delle elezioni regionali sarde, anzi sardissime, tanto da far gola quasi in maniera esagerata alle forze partitiche nazionali.

In questo ultimo periodo abbiamo assistito alla passerella di quasi tutti quelli che contano(?) nel paronama politico Itagliano, con i vari servitori e lingualunga al seguito, senza dimenticare (come potremmo) le immancabili forzedellordine (tuttoattaccato)che si divertivano, o meglio, facevano il loro dovere volteggiando nell’aire con mezzi detti elicotteri per controllare la situazione o se per caso potevano avere la fortuna di intravedere qualche residuo di bandito anni ’60 o ‘70.

Vedendo aimè per loro, solo cortei di operai chimici ed agricoltori, chimici pure loro. Naturalmente questi mezzi detti elicotteri producevano un suono molto caratteristico e semi-continuo, tanto da provocare una certa allergia e quasifastidio agli orecchie dei più sensibili.

Ma dicevo, finalmente le consultazioni popolari(?) si sono chiuse oggi alle 15 ora locale, l’odio e l’astio della appena trascorsa campagna elettorale lasceranno il posto (si spera entro domani, ma ne siamo quasi certi) al giubilo del vincitore e dei suoi supporter.

Quindi tutto bene quel che finisce bene, il servo pastore (ormai quasi senza pecore, che fa troppo arcaico)ha scelto il suo nuovo padrone (addirittura!)che sarà ben felice, non abbiamo dubbi, di traghettare l’isola verso un florido sviluppo e benessere, e manco a dirlo, nella modernità.

Ora si attende solo il nome, e la tortuga nella sua infinita bontà non mancherà di farlo sapere anche a chi poco gliene frega.


Chiuso intermezzo.


Quali armi?


Chiedersi certe cose potrebbe anche apparire superfluo. Se una persona viene ammazzata con una mazza di legno o con una perfetta lama da samurai non cambia la questione, la persona è morta. Di omicidio si tratta.

Eppure penso che una qualche rilevanza lo possa avere, se non altro per sapere se bisogna aggiungere un altro motivo a quelli già noti, e capire se con l’incastro di un nuovo elemento il disegno si vede meglio, o addirittura cambia.



"All’ospedale Al-Chifa, di Gaza, noi non abbiamo visto delle bruciature al fosforo, nè feriti per bombe a munizione. Ma abbiamo visto delle vittime e abbiamo tutte le ragioni per pensare all’uso nuovi tipi di arma, sperimentate dai militari americani, conosciute con l’acronimo DIME (Metallo denso inerte esplosivo)" hanno dichiarato i medici.

Piccole boccette di carbone contenente una lega di tungsteno, cobalto, nikel o ferro, hanno un enorme potere esplosivo che si dissipa nel raggio di 10 metri. "Ma a 2 metri, il corpo è spezzato in due; a 8 metri, le gambe sono tagliate e bruciate. Noi non abbiamo visto i corpi sezionati, ma abbiamo visto molti amputati. Ci sono stati alcuni casi simili in Libano nel 2006 e a Gaza nello stesso anno, durante l’operazione israeliana ‘Pioggia d’estate’. Alcuni esperimenti su dei topi hanno dimostrato che queste particelle restano nel corpo e sono cancerogene" hanno spiegato.

Un medico palestinese, intervistato domenica da Al-Jazira, ha parlato della sua impotenza in questo caso : "Non hanno alcuna traccia di metallo nel corpo, ma delle strane emorragie interne. Un materiale brucia le loro vene e provoca la morte e noi non possiamo fare niente". Secondo la prima équipe di medici arabi autorizzata a entrare nel territorio e arrivata venerdì da sud, nell’ospedale di Khan Younès, sono stati accolti decine di casi di questo tipo.

I medici norvegesi, sono stati obbligati -dicono- a testimoniare su ciò che hanno visto, in assenza a Gaza di tutti gli altri rappresentanti del "mondo occidentale" : "Può essere che questa guerra sia il laboratorio dei fabbricanti di morte ? ...”

Articolo completo


Magari un laboratorio di esperimenti atti a testare armamenti per una non tanto lontana rivolta globale?

Solo domande, nessuna risposta.



PORCOPOLI

Mi scuserà il malcapitato lettore se qualche volta mi lascio trascinare nelle nebbie localistiche dell' identità nazionale.




"In quanto isola, situata al mediterraneo e quindi lontana dal continente; in quanto regione scarsamente popolata e priva di rilevanti insediamenti produttivi; in quanto gruppo etnico culturalmente autonomo e quindi “resistente”alla colonizzazione e alla integrazione; la Sardegna si presta, oggi come ieri, a essere utilizzata dalla classe al potere come aerea di servizi di bassa forza. In tale utilizzazione, la Sardegna, nei confronti delle altre regioni, detiene certamente un non invidiabile primato.

La nostra isola è stata ed è, in pratica un serbatoio da cui i dominatori attingono manodopera a basso costo, ascari per le guerre, ascari per la polizia, serve per le famiglie borghesi; da cui si rapina tutto ciò che può essere rapinato del patrimonio naturale.

Un serbatoio in cui vengono “versati” funzionari corrotti e beceri, oppositori politici e delinquenti comuni, comunità di colonizzatori, truppe speciali per la sperimentazione sul vivo dell’antiguerriglia, basi militari con armi nucleari, industrie sporche..... porcopoli."


Da : Quali banditi? Controstoria sulla società Sarda, vol I – Ugo dessy

Il Fornetto



Dire che a Gaza si sia usato il famigerato e luminoso fosforo bianco sulla popolazione forse è esagerato, del resto non ci sono prove certe (?). E se qualcuno dicesse che a Gaza probabilmente si è fatto uso di armi a microonde, sarebbe ugualmente esagerato e fuori dalla realtà?



Armi a microonde a Gaza, ipotesi o immaginazione


Fernando Termentini, 21 gennaio 2009

La battaglia a Gaza è terminata ma ancora molte fonti di informazione, ricorrendo anche ad immagini di repertorio degli scontri, ripropongono il problema di armi al fosforo bianco. Munizionamento illuminante al fosforo sicuramente è stato utilizzato nel corso degli scontri, anche bombe d’aereo o proietti di artiglieria pesante, ma affermare con decisione che questo particolare materiale sia stato usato su larga scala per scopi offensivi, potrebbe essere forse azzardato e comunque semplicistico.

A Gaza le operazioni militari sono state caratterizzate da episodi tattici di combattimento degli abitati come ormai avevamo dimenticato dalla fine del secondo conflitto mondiale, a stretto contatto con la popolazione civile e in zone densamente abitate. In queste condizioni utilizzando munizionamento a caricamento speciale come gli ordigni illuminanti caricati con il fosforo bianco, diventa difficile gestire la ricaduta al suolo delle gocce incandescenti, concentrandole su obiettivi areali come, ad esempio, un bunker o una postazione avversaria.

In queste condizioni, quindi, si potrebbe verificare che qualcuno o qualcosa possa essere colpito da fosforo che brucia e che non è possibile spegnere con l’acqua. In questo caso però le parti di materiale che brucia lascerebbe tracce profonde su qualsiasi cosa venisse a contatto.

Le immagini che sono arrivate dal teatro di guerra non confermano in maniera incontrovertibile queste ipotesi(?), né lasciano pensare a un uso estensivo e generalizzato di fosforo bianco né contro i combattenti né contro la popolazione palestinese(?).

Se, invece, come sembra, molti dei feriti e molti cadaveri presenterebbero (la forma ipotetica è d’obbligo non disponendo di riscontri certi) lesioni la cui origine non è sicura e non riconducibile a quelle provocate dalle armi normalmente utilizzate, come vaste bruciature, tessuti scarnificati e mummificazione dei tessuti molli, allora si potrebbe pensare che forse siano state utilizzate ancora armi a microonde e/o al plasma.

Strumenti che dovrebbero essere stati sperimentati in Iraq, in Libano e forse anche in occasione della prima guerra del Golfo, contro le truppe irachene in fuga da Kuwait City. Armi che invece dei proiettili sparano fasci di energia più o meno potente. Sistemi a suo tempo studiati e realizzati per conto dell’amministrazione americana fin dai tempi della presidenza Clinton per disporre di efficaci dispositivi anti-sommossa non letali (l’arma Sceriffo costruita dall’industria americana Raytheon), successivamente trasformate in vere e proprie armi offensive agendo sulla potenza irradiata.

La materia colpita da queste armi perde istantaneamente tutta la componente liquida e si accartoccia diminuendo di volume. Fenomeno che aumenta in maniera esponenziale quando l’obiettivo è un uomo. Cadaveri rimpiccioliti con i tessuti molli mummificati, le parti ossee scollate e gli indumenti praticamente indenni. Condizioni che hanno caratterizzato molti cadaveri trovati a Falluja dopo i combattimenti casa per casa e in Libano nel corso della guerra del 2006.

A Gaza, peraltro, sembra che la scorsa estate, organi istituzionali della Sanità palestinese, riferendosi alla tipologia delle lesioni di molti feriti fra i manifestanti, hanno ipotizzato l’uso da parte degli israeliani di armi non convenzionali. In quella occasione si parlò seppure in modo superficiale di persone con gravi effetti ustionanti, con feriti o cadaveri quasi fusi con muscoli e organi interni distrutti. Di fatto, tessuti prosciugati dell’acqua, come avviene sulle sostanze organiche sottoposti all’azione delle microonde.

Sistemi del tipo la pistola Taser capace di uccidere a otto metri di distanza irradiando energia elettrica di oltre 60.000 volt, diffusissima in Usa e anche in Francia. Armi corte che nei combattimenti negli abitati, negli spazi stretti, nei cunicoli, nei locali sotterranei e di notte potrebbero essere molto più efficaci rispetto alle armi convenzionali.

Molto più sicuri anche per chi le ha in dotazione, in quanto si abbatte il rischio dei colpi di rimbalzo ricorrente quando si opera in locali stretti e circondati da mura, pericolosi anche per le truppe amiche. Sistemi sicuramente più selettivi nella scelta del bersaglio rispetto ad armi leggere automatiche o a bombe a mano offensive.

Un’ipotesi di cui si è già scritto in occasione della guerra in Libano e forse più condivisibile sul piano tecnico rispetto a ipotesi che invece fanno riferimento all’uso generalizzato per scopi offensivi di munizionamento al fosforo bianco.


Fonte: Pagine di Difesa




P.S. Alla Tortuga, essendo con poche certezze e parecchio dubbiosa e incerta, ogni tanto gli capita di far uso a sproposito dei punti di domanda. (?)

Serve parlare?


L’intenzione era di scrivere una piccola introduzione per la frase che appare qui sotto, e in verità l’avevo pure scritta, ma una volta riletta, l’impulso è stato quello di cestinarla, e a l’impulso è seguita l’azione una volta che le letture sono diventate tre, purtroppo neanche la mole sempre più in crescendo di tabacco fumato riesce oggi ad accendere il cervello della tortuga. Per cui chiedo perdono, ma alla tortuga mancano le parole.


Perchè di fronte a tutto questo è ancora utile parlare?







" È utile dire qualcosa? Le nostre grida fermano le bombe? La nostra parola salva la vita di qualche bambino palestinese?

Noi pensiamo che sia utile, sì, che forse non fermeremo le bombe e che la nostra parola non si trasformerà in uno scudo blindato per impedire che quella pallottola da 5,56 o 9 mm con le lettere IMI, Industria Militare Israeliana, incise alla base della cartuccia, colpisca il petto di una bambina o di un bambino, ma forse la nostra parola riuscirà a unirsi ad altre parole nel Messico e nel mondo e magari dapprima diventerà un sussurro, poi si farà più forte e infine si trasformerà in un grido che si farà sentire fino a Gaza. "

Non solo Israele




Scandalo assoluto

24/11/2008

K. Selim


Gaza è strozzata, affamata… Ban Ki-Moon e l’UNRWA sono preoccupati, i paesi arabi fanno il minimo. Si tratta di una repulsione silenziosa che abbraccia l’opinione pubblica di tutto il mondo arabo.

Perché denunciare Israele, nemico dichiarato dei palestinesi, quando gli stati arabi assistono, in un silenzio complice, allo strangolamento degli abitanti di Gaza ? Come giustificare, nel nome del rifiuto della « politica della sedia vuota », che Mahmoud Abbas incontri Ehud Olmert mentre Gaza è nell’assoluta precarietà ? La differenza politica sostanziale che esiste tra Fatah e Hamas non può far accettare che il capo ufficiale dell’Autorità palestinese se ne infischi delle sofferenze dei palestinesi per partecipare a un ennesimo incontro che non porta a nulla, che non impedisce a Israele di rompere unilateralmente la tregua con un raid su Gaza e che non determina nulla in merito alle estensione delle colonie. Di cosa può parlare – la parola negoziazione è così fuori contesto - Mahmoud Abbas con Ehud Olmert ? Della maniera di indebolire Hamas ? Se è così, la deriva raggiungerà limiti intollerabili.

Perché non si tratta di Hamas e della sua organizzazione politica o delle sue scelte. Si tratta invece dei palestinesi di Gaza, dei bambini, delle donne e degli uomini che rischiano di morire di fame e per assenza di cure. Non c’è più spazio per la politica in condizioni in cui il diritto elementare alla vita è minacciato. E c’è ancora meno spazio per gli incontri di compiacenza tra i responsabili diretti della situazione intollerabile imposta ai palestinesi di Gaza. C’è forse qualcosa di più ridicolo del sapere che l’Autorità palestinese ha acquistato degli spazi pubblicitari sui giornali israeliani per vantare il piano di pace arabo ?

L’attitudine dei responsabili arabi, nei quali bisogna includere senza esitazione la fantomatica Anp, è un scandalo assoluto. E’ strano constatare che Mahmoud Abbas parli di elezioni, mentre l’urgenza assoluta è di combattere la minaccia di morte che piomba su Gaza. E’ intollerabile apprendere che, secondo il giornale kuwaitiano Al-Seyassah, alcune monarchie del Golfo, potrebbero fornire un’assistenza di 290 miliardi di dollari agli Stati Uniti per aiutarli ad affrontare la crisi finanziaria, senza sentir dire che il bicchiere della barbarie a Gaza è ormai colmo. Fin dove arriverà il mondo arabo ? Perché l’Egitto, come vorrebbe tutta la sua popolazione, non rompe l’assedio criminale che è stato imposto ai palestinesi ? Cosa temono ? Di cosa hanno bisogno ? Quale copertura migliore delle dichiarazioni del sotto-segretario generale dell’Onu incaricato del coordinamento degli affari umanitari, John Holmes, che ha definito inaccettabili « le misure che aumentano le difficoltà e le sofferenze della popolazione civile della striscia di Gaza e che, come tali, devono cessare immediatamente » ?!

In realtà non ci sono parole per giustificare l’atteggiamento degli arabi…


Fonte: Bil'in, Le Quotidien d'Oran